mercoledì 2 gennaio 2008

Sui caucus l'ombra di Bloomberg

Bus di volontari paulisti a Des Moines. Gli studenti che hanno passato le vacanze di Natale in Iowa per Ron Paul sono giunti quasi al termine della loro faticosa avventura.


Domani sera, la notte di venerdì in Italia, si svolgeranno i caucus dello Iowa.
I caucus repubblicani non sono elezioni con la tradizionale cabina, ma assemblee locali di presentazione dei candidati a cui segue il voto. Oltre 1700 riunioni in tutto lo Iowa, che si terranno in luoghi pubblici come scuole, palestre o biblioteche, e verranno aperti alle 18,30. Dopo le perorazioni dei candidati, i partecipanti scriveranno il nome del prescelto su di un foglio (secondo tradizione in alcuni luoghi si raccolgono i fogli in un cappello..) quindi seguirà lo spoglio per l'elezione dei delegati locali dai quali si arriverà ai 40 delegati alla convention nazionale. Questo sistema di voto è estremamente “artigianale”, girano voci su strani appalti esterni per il conteggio e dalle fila pauliste si leva l'ultima chiamata urgente alla presenza di volontari per controllare lo spoglio in ogni distretto. I brogli sono una costante delle elezioni americane, e oggi Ron Paul è chiaramente il candidato da abbattere con qualsiasi mezzo. Un altro aspetto discutibile di questo sistema è il suo orario di voto: all'ultimo caucus presidenziale repubblicano del 2000 votarono solo 87.000 persone su tre milioni di abitanti. L'orario serale e ristretto impedisce di fatto a molti cittadini di esprimere il proprio voto. Raramente chi ha vinto in Iowa è diventato presidente, mentre tra i vincitori finali ricordiamo Bush padre, terzo in Iowa col 19% e Clinton addirittura tra gli ultimi col 3%. Tuttavia nel clima di incertezza che segna il campo repubblicano distinguersi qui è molto importante. Un dato acquisito da tutti i sondaggi “ufficiali” dice che Ron Paul anche se non è mai dato oltre il quarto posto è sempre davanti a Rudy Giuliani: qualche tempo fa fuori dell'ambiente paulista non l'avrebbe detto nessuno. Ancora poche ore e cominceremo a capire se le critiche ai metodi di rilevamento erano fondate o meno.
Un segno della grande confusione politica che regna in America è la probabile discesa in campo come indipendente di Michael Bloomberg, sindaco di New York e finanziere miliardario. Confusione, ma anche ansia delle élites: perchè mai una figura così di spicco si prepara a fare il terzo candidato, che negli Usa ha una tradizione a dir poco fallimentare? Bloomberg si sta organizzando un appoggio da “grande coalizione”con un gruppo ristretto e influente di politici dei due fronti. Per ora nessuno si cura neanche di dare motivazioni credibili alla sua candidatura: si lamenta una politica bloccata dalle contrapposizioni ideologiche (!) e fatta da candidati “vecchi”. Bloomberg pare che scioglierà la riserva se vedrà emergere candidati troppo “divisivi". Il bipolarismo americano di colpo è diventato un disvalore. Naturalmente nessuno associa la discesa in campo del sindaco di New York ad un eventuale successo di Ron Paul. Diversamente, cosa potrebbe garantire Bloomberg che non possano Giuliani, Romney o Hillary Clinton?

2 commenti:

Francesco Rossi ha detto...

Già, Bloomberg... Condivido la tua riflessione "...Il bipolarismo americano di colpo è diventato un disvalore...". Si fa presto a cambiare architettura/ideologia politica, quando le élites sono minacciate.

Anonimo ha detto...

Caro Andrea, che dire....il momento tanto atteso e' arrivato, ora vedremo se solo noi siamo convinti di un cambiamento, o tutto rimarra' come prima. Ammetto un leggero disagio, mai come in questo frangente mi sono "fatto prendere" dalle primarie americane, e questo grazie sopratutto a Ron Paul, alle sue idee coraggiose e alla sua onesta' morale ed intelletuale. Un forte in bocca al lupo.....e l'importante sara' guardare sempre avanti, sempre avanti.....