Foto di un caucus dentro una rimessa dei pompieri, Iowa 1980. Oggi dovrebbe essere più o meno uguale.
Nell'attesa dei risultati (sono le 23 e i caucus cominciano fra un paio d'ore) senza troppa fatica ho trovato un piccolo riscontro alla mia idea di ieri sul nesso tra la discesa in campo di Bloomberg e il terrore di un successo di Ron Paul. Sulla rivista Silicon Alley di oggi leggiamo un breve e acidissimo sfogo: “finalmente domani in Iowa comincia la fine di Ron Paul”. Un titolo che dice tutto. Carina poi l'impaginazionevero? Cliccando la volitiva foto di Bloomberg, che fa parte della testata, si arriva ad un suo ritrattino davvero commosso. Silicon Alley sa e quasi prevede il bene che quest'uomo deve fare all'umanità. Sicuramente agli ideali non si comanda, ed è lecita l'antipatia per Ron quanto l'adorazione di Bloomberg. Ma perchè dare un calcio rabbioso a Ron Paul l'ultimo giorno utile, se è solo un'internet sensation? È stata così oppressiva la sua presenza sui media? L'editore di Silicon Alley, Kevin P. Ryan, è un magnate newyorkese già proprietario di DoubleClick venduta pochi mesi fa a Google per oltre 3 miliardi di dollari, oggi è un finanziere puro. Non c'è niente di strano, anzi, mi pare proprio tipico, che una figura del genere appoggi Bloomberg. Mentre è davvero curioso che abbia bisogno di attaccare Paul e non magari Giuliani, teoricamente rivale più diretto. Un'ultima curiosità investigativa: leggo che Ryan è nel board of directors di “The New York City Investment Fund” una società privata legata ai Rockefeller che opera investimenti “nell'interesse della città di New York”. La mia ricerca è un gioco, niente più che un'associazione di idee. Insomma, se un tipo così impegnato si ricorda anche di commissionare un articolo su Ron Paul, perché lamentarci?
Bloomberg s'interroga sul suo futuro.
Nell'attesa dei risultati (sono le 23 e i caucus cominciano fra un paio d'ore) senza troppa fatica ho trovato un piccolo riscontro alla mia idea di ieri sul nesso tra la discesa in campo di Bloomberg e il terrore di un successo di Ron Paul. Sulla rivista Silicon Alley di oggi leggiamo un breve e acidissimo sfogo: “finalmente domani in Iowa comincia la fine di Ron Paul”. Un titolo che dice tutto. Carina poi l'impaginazionevero? Cliccando la volitiva foto di Bloomberg, che fa parte della testata, si arriva ad un suo ritrattino davvero commosso. Silicon Alley sa e quasi prevede il bene che quest'uomo deve fare all'umanità. Sicuramente agli ideali non si comanda, ed è lecita l'antipatia per Ron quanto l'adorazione di Bloomberg. Ma perchè dare un calcio rabbioso a Ron Paul l'ultimo giorno utile, se è solo un'internet sensation? È stata così oppressiva la sua presenza sui media? L'editore di Silicon Alley, Kevin P. Ryan, è un magnate newyorkese già proprietario di DoubleClick venduta pochi mesi fa a Google per oltre 3 miliardi di dollari, oggi è un finanziere puro. Non c'è niente di strano, anzi, mi pare proprio tipico, che una figura del genere appoggi Bloomberg. Mentre è davvero curioso che abbia bisogno di attaccare Paul e non magari Giuliani, teoricamente rivale più diretto. Un'ultima curiosità investigativa: leggo che Ryan è nel board of directors di “The New York City Investment Fund” una società privata legata ai Rockefeller che opera investimenti “nell'interesse della città di New York”. La mia ricerca è un gioco, niente più che un'associazione di idee. Insomma, se un tipo così impegnato si ricorda anche di commissionare un articolo su Ron Paul, perché lamentarci?
1 commento:
Accidenti che rabbia!!!! Ma dico, di Ron Paul non parla nessuno se non per attacarlo!!! A questo punto incomincia a essere una questione seria, qui in troppi pensano a far male ad uno, Ron, e a non tirare fuori idee per il futuro.....Incrociamo le dita e forza RON PAUL!!!!!!!!!!!!
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