L'analista rilascia in modo discutibile il sondaggio dei misteri, ma vede in Ron Paul la capacità di sfondare.
John Zogby.
Un comunicato-stampa di quattro stringati paragrafi, dopo tante indiscrezioni presenta l'ultimo (ma sono due...) sondaggio, quello con i soli “profili” dei candidati, Blind bio, lo chiama Zogby. Il comunicato è semplice: apre sottolineando la salda leadership di Giuliani, parla della significativa rimonta di Paul al 13%, (n.b.: un mese fa a darlo in double digit sarebbero sembrati pazzi) qualche dato tecnico, il campione di 393 (!) elettori repubblicani.
Alla fine, qausi fosse un dettaglio, i dati dell'altro test, quello che abbiamo già riportato: su 1009 elettori, -ma di tutti gli schieramenti- e che vede Ron Paul in testa. Si capisce meglio dall'originale che a raccontarlo qui a gesti.
http://www.zogby.com/news/ReadNews.dbm?ID=1391
Alla fine, qausi fosse un dettaglio, i dati dell'altro test, quello che abbiamo già riportato: su 1009 elettori, -ma di tutti gli schieramenti- e che vede Ron Paul in testa. Si capisce meglio dall'originale che a raccontarlo qui a gesti.
http://www.zogby.com/news/ReadNews.dbm?ID=1391
Ma la novità più interessante è il commento a margine che per Zogby fa l'analista capo Fritz Wenzel: Paul ora è in una posizione molto buona, si sta muovendo coi tempi giusti mentre gli altri stanno fermi, -sostiene- e sta salendo definitivamente tra i “frontrunners”, i tre-quattro reali contendenti. (D'ora in poi “vietato” dire che tanto non ce la farà mai.) Strategia pressochè perfetta, continua l'analista, e anche se Paul non ha la nomination in tasca in questo momento, la partita è apertissima, gli incerti sul voto sono oltre il 20%, c'è grande insoddisfazione e voglia di politici diversi.
E secondo Wenzel, Paul sarebbe il candidato repubblicano più forte per sfondare nell'elettorato democratico.
E secondo Wenzel, Paul sarebbe il candidato repubblicano più forte per sfondare nell'elettorato democratico.
1 commento:
condivido l'analisi
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