Riportiamo un passo del giudizio dell'intellettuale ebreo Uri Avnery, scritto in vista della conferenza di Annapolis. Il testo integrale è su Comedonchisciotte.
Sotto, due passaggi di Ron Paul al Congresso.
Sotto, due passaggi di Ron Paul al Congresso.
Il "genio" di Paul è esemplificato nei due brani dalla logica lineare, non ideologica, prudente ma non ipocrita, con cui obietta al governo americano la "mortale presunzione", dice, di essere un mediatore di pace. Allo stesso modo qualche mese prima nel 2006, con sobrio coraggio della verità, in un Congresso che approverà quasi all'unanimità la risoluzione che avvalla la distruzione del Libano da parte di Israele l'anno scorso, lui si oppone.
Uri Avnery, giornalista israeliano.
(…) Per molti, il muro non è solo separazione tra Israele e la Palestina. E’ una parte del muro mondiale tra l’Occidente e l’Islam, la linea del fronte dello scontro di civiltà. Al di là del muro, non ci sono uomini, donne, bambini, né una popolazione palestinese conquistata e oppressa, né città e villaggi strangolati come Abou-Dis, a-Ram, Bilin e Qalqilya. No, dietro il muro ci sono un miliardo di terroristi, moltitudini di musulmani assetati di sangue, che non hanno che un desiderio nella vita: buttarci a mare, semplicemente perché siamo ebrei e facciamo parte della civiltà giudaico-cristiana. Con una posizione ufficiale come questa, a chi parlare? Parlare di cosa? A che scopo riunirsi ad Annapolis o altrove? E cosa ci resta da fare – piangere o ridere?
Dall'intervento di Ron Paul al Congresso, 23 gennaio 2007
Il nostro intervento in Medio Oriente ha solo intensificato guerre e dispute. Il denaro delle tasse americane ha militarizzato l'intera regione. Noi diamo ad Israele circa tre miliardi ogni anno, ma diamo anche due milioni all'Egitto. La maggior parte dei paesi del Medio Oriente prende soldi, e una parte di questi finisce anche nelle mani dei terroristi palestinesi. Entrambi i contendenti hanno molte più armi di quel che risulta ufficialmente. Qui si vuole aggiungere benzina sul fuoco! Il nostro folle e incostituzionale aiuto verso l'estero ha prodotto più violenza, non meno!
Il Congresso e un governo dopo l'altro promettono il loro aiuto politico, finanziario e militare ad Israele. Eppure, benchè ci definiamo forti alleati del popolo israeliano, noi mandiamo miliardi di dollari ad alcuni stati musulmani che Israele considera nemici.
Secondo il punto di vista di Israele, alcune delle stesse nazioni che noi finanziamo con le nostre tasse, vogliono distruggere lo stato ebraico.
Molti israeliani ed ebrei americani vedono l'America come un ipocrita scommettitore.
E' perfettamente chiaro il nostro problema degli aiuti verso l'estero: ogni volta che diamo soldi a qualche nazione, dobbiamo appggiare anche gli altri o rischiare di farci dei nemici. Ciò è particolarmente vero in Medio Oriente e in altre aree lacerate da conflitti, dove il nostro appoggio finanziario per una parte è visto dall'altra come un atto di aggressione. Così i nostri soldi non rendono sicuro Israele, e nemmeno ci comprano nessun vero amico in quell'area. Al contrario, milioni di musulmani odiano gli Stati Uniti.
E' tempo di sfidare la nozione secondo cui è compito degli Stati Uniti essere mediatori di pace in Medio Oriente, come in ogni altra area turbolenta del pianeta. L'America deve e può usare ogni mezzo diplomatico a sua disposizione per far cessare la violenza in Cisgiordania, ma dobbiamo cancellare ogni ulteriore coinvolgimento. Terze parti estranee non possono imporre soluzioni politiche in Palestina nè altrove. Solo la libera autodeterminazione delle nazioni può realizzare la pace. I piani di pace imposti dagli estranei o dall'Onu causano risentimento e raramente producono una pace duratura.
La semplice verità è che non possiamo risolvere ogni conflitto umano, e che ci sarà sempre violenza da qualche parte sulla terra.
Una mortale presunzione finge di credere che l'America può imporre soluzioni geopolitiche ovunque essa voglia.
Intervento di Ron Paul il 21 Luglio 2006 al Congresso sulla risoluzione di appoggio ad Israele contro il Libano.
Io mi levo in opposizione a questa risoluzione, che credo sinceramente dannosa.
Io sono d'accordo con la condanna della violenza in essa contenuta. (…) Appare, leggendo oggettivamente il documento, che tutti i terroristi sono da una parte, e che tutte le vittime e gli innocenti sono dall'altra. Io trovo questo ingiusto, in particolare se guardiamo il numero significativamente alto di di vittime civili tra i libanesi. Io vorrei la neutralità, piuttosto che scegliere una parte, come fa questa risoluzione.
(…) E' molto facile criticare il governo del Libano per non aver fatto di più con Hezbollah. Io contesto il terrorismo proveniente da Hezbollah, perchè sono un fermo oppositore della violenza da qualsiasi parte provenga. Ma anche contesto le irragionevoli accuse al governo del Libano di non aver fatto abbastanza, quando ci rendiamo conto che Israele ha occupato il Sud del Libano per 18 anni e non è stato capace di neutralizzare Hezbollah.
1 commento:
Grande Andrea! Ben scritto e ottima compilazione di passaggi interessanti...
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