domenica 14 ottobre 2007

Dibattiti televisivi con Ron Paul



dal dibattito televisivo sul network Cnbc, 9 Ottobre 2007


Moderatore: Deputato Paul, lei ha sollevato critiche sul “far west” finanziario, sulla gestione degli “hedge funds”...
Paul: Si, non penso comunque che sia una conseguenza del mercato libero. Sta
avvenendo un trasferimento di ricchezza dalle classi basse e medie verso i ricchi. E' una conseguenza diretta del nostro sistema monetario: quando aumenta l’inflazione di una moneta o la si rovina, la classe media scompare. Il risultato è che i primi a beneficiare sono i primi che hanno l’occasione di usare la moneta creata dalla Federal Reserve [banca centrale USA]: i soldi dunque gravitano verso le banche e verso Wall Street. Perciò abbiamo più miliardari che mai, mentre per tanti altri oggi questo paese è in piena recessione. In Michigan si sa. La classe media lo sa. Wall Street non lo sa?! Washington
non lo sa?! È a causa del sistema monetario e delle spese eccessive del governo
centrale. Più viviamo aldilà dei nostri mezzi, più saremo destinati a vivere al di sotto dei nostri mezzi, e ormai abbiamo vissuto oltre i nostri mezzi, perchè finanziamo una politica estera talmente stravagante e al di fuori del nostro controllo. E così anche le nostre spese interne. E dipendiamo dalla creazione dei soldi dal nulla, ovvero una delegittimazione della nostra moneta. È una moneta falsa, ed il risultato naturale e prevedibile è che qualcuno ne beneficia e molti ne soffrono. Se vogliamo un’economia sana bisogna studiare teoria monetaria e scoprire perchè stiamo soffrendo. Non tutti soffrono in ugual modo, sennò la situazione non sarebbe così critica. Sono sempre i poveri, chi vive di pensioni, a soffrire di più. Invece i politici e chi ha più credito, il complesso militare e industriale, fanno un sacco di soldi e ne approfittano.
Moderatore: Una società straniera, del Dubai, può possedere il 20% del Nasdaq?
Paul: Se non è in conflitto con la nostra sicurezza nazionale, certamente sì.
Moderatore: Deputato Paul, lei sarebbe andato in guerra in Iraq senza la nostra dipendenza dal petrolio del Medio Oriente?
Paul: Non penso, ma non dovrebbe essere questa la ragione. Quella teoria è vecchia. È mercantile e neocoloniale l'idea di assoggettare le vie di commercio e le risorse naturali. Temo comunque che ancora molti pensino così. Ci dissero che era per il petrolio e per proteggere posti di lavoro che cominciò nel 1990 [la prima guerra del Golfo], e questa [la guerra in Iraq] è una continuazione di quella. Sì, è stato un errore invadere. È un errore pesante con tante conseguenze economiche: stiamo andando in bancarotta, abbiamo quest’enorme deficit, spendiamo circa $1.000 miliardi per mantenere il nostro impero mondiale. E' un grande costo. Ora abbiamo $2.700 miliardi di debiti verso stranieri.
Così si capisce perchè gli stranieri hanno i soldi per ritornare da noi e comprare di tutto, e dopo noi ci lamentiamo. Ripeto, sono conseguenze del nostro attuale sistema monetario che determina la nostra politica estera. Allora, se vogliamo prosperità, dobbiamo cambiare la nostra politica estera. Dobbiamo vivere al meglio dei nostri mezzi, ma non possiamo sostenere una moneta di riserva il cui maggior export sono banconote di carta. Creiamo soldi dal nulla, e nel mondo continuano ad accettarli come se fossero ancorati al valore dell’oro. Ecco perchè tutti questi soldi vanno all’estero. Allo stesso tempo finanziamo tutte le nostre missioni militari, mandando in bancarotta la nazione. Inoltre, questa è una
minaccia alle nostre libertà personali negli USA e sarà una minaccia alla nostra economia perchè ora cominciamo a vivere al di sotto dei nostri mezzi, come contraccolpo di aver vissuto troppo oltre i propri mezzi. Dobbiamo dunque cambiare la nostra politica estera ed interna.
Moderatore: Deputato Paul, lei crede che il Presidente abbia bisogno dell’autorizzazione del Congresso per attaccare determinati obiettivi in Iran, come le basi nucleari?
Paul: Assolutamente sì! L’idea di consultare degli avvocati [avanzata dall'altro candidato Romney durante il dibattito] mi sciocca completamente. Perchè non apriamo la Costituzione e leggiamo quello che c’è scritto?! Non si può andare in guerra senza un’autorizzazione! [del parlamento] Allora, se ci attaccano all'improvviso, sì. Comunque, in 220 anni non è mai successo, e l‘idea che gli iraniani rappresentino una minaccia imminente agli Stati Uniti è totalmente infondata. Non è possibile, è solo propaganda continuata con lo scopo di
preparare questa nazione alla guerra, e di portare questa guerra non solo in Iraq, ma pure in Iran. È incostituzionale, è una strada che ci porterà al disastro come nazione. È una strada anche verso il nostro disastro finanziario, il fatto di non leggere la Costituzione di tanto in tanto...
Giuliani: … quello che diceva l'on.Paul prima, che non abbiamo mai subito
un attacco, mi domando dove fosse lui l’11 settembre!
Paul: Non era uno stato, una nazione, ad attaccarci! Erano 19 criminali. Non c’entrava niente uno stato!
Moderatore: I sondaggi mostrano che il Partito Repubblicano è conosciuto come il partito della sicurezza nazionale e dei valori morali. Gli stessi sondaggi confermano però che gli elettori confidano nei Democratici per fronteggiare i problemi economici. Come farete a riguadagnarvi la loro fiducia? deputato Paul?
Paul: prima di tutto, dobbiamo avere un’economia sana, e non ce l’abbiamo: siamo supertassati, pieni di regole, usiamo una moneta che non funziona, la nostra ricchezza diminuisce e siamo troppo sparsi per il mondo [militarmente]. Non si può avere un’economia forte nel proprio paese se si spendono tutti i soldi oltreoceano. Non puoi neppure avere una forte difesa nazionale se spendi tutti questi soldi all’estero in guerre che non stiamo vincendo. Se vogliamo dunque un’economia funzionante dobbiamo cambiare questa politica e non possiamo sussidiare i contadini e l’etanolo – è un approccio sbagliato. I cittadini pagano per i sussidi per poi ritrovarsi prezzi gonfiati di carburanti e cibi: non ha mai funzionato.
Moderatore: i sindacati sono un fattore positivo per l’America?
Paul: Il diritto di formare un’unione sindacale è un diritto basilare di ogni categoria. Dev’essere possibile organizzarsi. Non ci dovrebbero essere privilegi o incentivi legislativi speciali a favore delle unions, ma non si deve mai impedire ai lavoratori di unirsi per negoziare le condizioni contrattuali.
Moderatore: Deputato Paul, lei si impegna a sostenere chi vincerà la nomination repubblicana l'anno prossimo?
Paul: Per il momento no. A meno che si decidano a farla finita con la guerra e a
ritirare le nostre truppe, e che siano disposti ad agire contro le spese eccessive. No, non li sosterrò se continuano a sotterrare questo partito. Mettiamo in chiaro un cosa: abbiamo perso credibilità a causa di tutte le nostre spese, perchè abbiamo violato le nostre libertà civili ed abbiamo adottato la politica estera dei Democratici. Perchè non torniamo alla originaria politica estera di George Bush [del 2000] , una modesta politica estera, senza pretesa di nation-building [costruzione delle nazioni degli altri] e senza l’obbligo di essere il
poliziotto del mondo? Solo se fanno tutto questo darò il mio sostegno.








Tratto da:

http://freep.com/apps/pbcs.dll/article?AID=/20071009/NEWS02/71009073

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Dibattito televisivo su Fox, 5 Settembre 2007


Moderatore: Fred Thompson [popolare attore americano e già senatore] annuncerà la sua candidatura alla presidenza proprio stasera stessa da Jay Leno [talk-show televisivo famoso negli USA]. I sondaggi lo danno secondo o terzo. La domanda è questa: Chi è stato più furbo, voi [candidati repubblicani] che siete qui da noi, e avete già tanta strada alle spalle, o il senatore Thompson che è andato da Jay Leno?
Ron Paul: Sono fiero di dividere il palco con questi signori perchè siamo in corsa verso la presidenza, e siamo felici di essere qui. Sono grato dell’opportunità che mi è stata data.
Moderatore: Deputato Paul, lei sta facendo una campagna impegnativa, capillare e incessante. E guardi dov’è ora Thompson e dove siete tutti voi. Che ne pensa?
Ron Paul: Beh, gli dò il benvenuto in questa competizione, perchè lui livellerà il voto degli altri a mio vantaggio, perchè lui è favorevole alla guerra [come gli altri] e io sono l'unico candidato contro la guerra, e rappresento la posizione repubblicana tradizionale.
Moderatore: Deputato Paul, mi permetta di toccare un' altra questione, a proposito di armi, che la riguarda. Lei ha detto che gli attentatori dell’11 settembre sarebbero stati meno sicuri di riuscire nell'intento, sapendo che i passeggeri a bordo potevano avere delle armi. Abbiamo visto voli bloccati perchè la gente ha sentito parlare arabo, perchè ha visto mulsulmani pregare. Cosa pensa che succederebbe all’industria del turismo di questo paese se i passeggeri pensassero che altri portano pistole a bordo?
Ron Paul: Per cominciare, lei mi ha citato erroneamente. Ho detto che la responsabilità della protezione dei passeggeri spetta alle compagnie aeree, non al governo o ai passeggeri. La compagnia aerea è responsabile degli aeroplani e dei passeggeri. Se non dipendessimo dal governo federale che dice “niente armi” e quindi niente resistenza, allora i terroristi avrebbero potuto cambiare idea, con la responsabilità della sicurezza affidata alle compagnie. Invece, aspettavamo che il governo si prendesse cura di noi. Dopo l’11 settembre, invece di continuare sulla strada della responsabilità individuale, della proprietà privata e del secondo emendamento [diritto di possedere armi da fuoco], ci siamo mossi nella direzione opposta. Abbiamo delegato tutto al governo federale. E guardate ora il pasticcio che c’è agli aeroporti. Voglio dire, le compagnie aeree, le industrie private, proteggono la loro proprietà continuamente. C’è gente che porta i soldi in giro usando furgoni armati tutto il tempo. Mentre qui abbiamo un esempio di intromissione del governo federale, e ne è venuto fuori un macello [nella gestione della sicurezza degli aeroporti, e
nella restrizione dei diritti individuali, sempre ai fini della sicurezza]. Se invece avessimo dato la responsabilità a chi di dovere, rispettando il secondo emendamento, credo sinceramente che ci sarebbe stata molto meno probabilità di un fatto come quello dell’11 settembre.
Moderatore: Deputato Paul, la sua posizione sulla guerra è semplice: andiamocene. Come pensa però di evitare il massacro che sicuramente ci sarebbe lasciando l'Iraq in fretta e furia? Cosa dice delle migliaia di iracheni che hanno rischiato la vita per sostenere gli Stati Uniti? Infine, lascerebbe delle truppe nella regione per eliminare le basi di al- Qaeda che potrebbero sorgere dopo la nostra partenza?
Ron Paul: A dire che ci sarà un massacro, sono gli stessi che dissero che la guerra sarebbe stata una passeggiata, e che ci saremmo ripagati con il petrolio. Perchè credergli ancora? Hanno sbagliato ogni loro previsione. Allora perchè invece non ascoltare il parere di chi sosteneva di non entrare in quella regione, e di non fare la guerra? La guerra è andata malissimo. Sì, io mi ritirerei del tutto. Perchè lasciare le truppe laggiù? Il fatto che abbiamo divisioni in Arabia Saudita viene dato come una delle ragioni per l’attacco dell’11 settembre. Perchè lasciarle? Nella penisola arabica non ci vogliono. E non serve alla nostra sicurezza nazionale. E andare in Iraq, in Afghanistan, ora minacciare l’Iran, è la peggiore cosa che si possa fare per la nostra sicurezza nazionale. Io sono meno sicuro, il popolo americano si accorge di essere meno sicuro. Questa politica è
sbagliata. I movimenti tattici, i soldati che un po' partono e un po' rientrano, ne
aggiungiamo 30.000 e ne mandiamo a casa 5.000... è totalmente irrilevante. Abbiamo bisogno di una politica estera che dica che dobbiamo farci gli affari nostri, ritirare le truppe, difendere questo paese, difendere questi confini!
Moderatore: Deputato Paul, ha 30 secondi per rispondere alla domanda. Lei dunque ci sta dicendo che prende i suoi ordini da al-Qaeda? Se loro ci vogliono fuori dalla penisola arabica, ce ne dovremmo andare?
Ron Paul: NO!! Sto dicendo che i nostri ordini li dobbiamo prendere dalla Costituzione!! Non dobbiamo andare in guerra… Non dobbiamo andare in guerra senza una dichiarazione! Non dobbiamo andare in guerra quando è una guerra offensiva! Questa è un’invasione offensiva. Noi abbiamo attuato un'invasione, con questa guerra, ed è illegale secondo le leggi internazionali. Ecco dove prendo i miei ordini, mica da un qualsiasi nemico!

Mike Huckabee [altro candidato repubblicano]: E su questa faccenda, quando dice che non possiamo ritirarci finchè non avremo lasciato con onore, io sono d’accordo con lui [Ron Paul] al 100% perchè , deputato Paul, se abbiamo fatto bene o meno ad invadere l’Iraq, è una discussione per gli storici, ma ora noi siamo laggiù. Abbiamo un debito d’onore verso questa nazione, verso l’onore di ogni uomo e donna che ha servito in Iraq e ha servito nel nostro esercito. Il nostro patto è di non lasciarli con niente di meno dell’onore che si
meritano.
Ron Paul: Posso rispondere?
Moderatore: Prego. Lei vuole rispondere? È stato fatto il suo nome, dunque risponda pure.
Ron Paul: Non è stato il popolo americano ad andare in Guerra. Alcuni consiglieri di questa presidenza, un numero ristretto di persone, i cosiddetti ”neoconservatori” [Libby, Wolfowitz, Cheney, Rumsfeld, Bush ecc.] hanno dirottato la nostra politica estera! Loro sono i responsabili, non il popolo americano. Sono loro i responsabili...
Mike Huckabee: Deputato, noi siamo UNA nazione. Non possiamo essere divisi. Dobbiamo essere una nazione sotto Dio. Questo significa che quando commettiamo un errore, lo facciamo da paese unico: gli Stati Uniti d’America, non gli Stati Divisi d’America.
Ron Paul: No. Quando facciamo un errore, è dovere del popolo, tramite i suoi
rappresentanti, di correggere l’errore, non di continuarlo!
Mike Huckabee: Ed è questo che facciamo al Senato.
Ron Paul: No. Ci siamo scavati la fossa non solo per noi, ma pure per il nostro partito. Perdiamo elezioni su elezioni e perderemo anche questa se non cambiamo, tutto per colpa della nostra politica estera. È ora di svegliarci di fronte a questo fatto.
Mike Huckabee: Anche se perdiamo le elezioni, non dovremmo perdere il nostro onore, ed è più importante del Partito Repubblicano.
Ron Paul: Abbiamo perso più di 5.000 americani laggiù in Afghanistan ed Iraq, senza contare tutti i civili uccisi. Quanti ancora ne vuole perdere? Quanto tempo vuole restare ancora? Cosa dobbiamo fare per salvare la faccia? Tutto quello che facciamo è per salvare la faccia?! È ora di tornare a casa.
Moderatore: So che un tempo lei voleva abolire l’FBI. Non sono sicuro se lei tuttora sostenga questa idea. Ce lo potrebbe dire? Ma se lei abolisce la CIA, e figuriamoci, l’FBI, che fonti di intelligence avrebbe il Presidente Paul? Come farebbe a sapere cosa fanno i nostri nemici, interni e stranieri?
Ron Paul: Beh, potrebbe fare una domanda migliore. Prima dell’11 settembre,
spendevamo 40 miliardi all’anno, e l’FBI produceva numerose informazioni su persone addestrate a far volare aerei ma incapaci di atterrarli. Fu totalmente ignorato. È dunque l’inefficienza della burocrazia il problema. In seguito si è voluto creare il gigantesco nuovo Department of Homeland Security, spendendo così più soldi, ma non abbiamo risolto il problema. Sì, abbiamo tutto il diritto di raccogliere informazioni delicate. Abbiamo però bisogno di persone intelligenti che interpretino queste informazioni. Tentare esclusivamente di aumentare i poteri presidenziali, come ventilato [dagli altri candidati repubblicani], mi disturba assai. Ci misero in guardia, [i Padri Fondatori degli Usa] dall'idea di sacrificare la libertà per la sicurezza. Perchè dimentichiamo che quando si sacrifica la libertà per la sicurezza, si perdono tutte e due? Sta succedendo in questo paese, oggi. Abbiamo una nuova carta d’indentità nazionale in arrivo, invasiva e sofisticata. Abbiamo abusi nel controllo elettronico dei cittadini. Abbiamo perquisizioni senza mandato. Abbiamo perso l'habeas corpus. Abbiamo sparso prigioni segrete in tutto il mondo e la tortura continua! Questo non è degno dell’America, e dobbiamo usare il potere della Presidenza per rimettere ordine, prenderci cura di noi stessi, e proteggere questo paese e le nostre libertà!
Moderatore: Il Consiglio di Sicurezza ONU ha imposto alcune sanzioni economiche all’Iran, ma si è rifiutato di autorizzare l’uso della forza contro quel paese. In più, le minacce contro Israele sono sempre più aggressive e spinte. Cosa farebbe?
Ron Paul: Beh, ricorderei chiaramente che il Presidente non ha l’autorità per dichiarare la guerra. Deve andare al Congresso. Va in Congresso e cerca di scoprire se effettivamente c’è un rischio per la sicurezza nazionale. Pensando agli anni sessanta, quando ero nell’aeronautica militare durante la Guerra Fredda, i sovietici avevano 40.000 armi nucleari. Li fronteggiammo, senza dover arrivare ad una crisi nucleare. Direi dunque che dovremmo essere molto cauti. Dovremmo fare un passo indietro, e parlare con l’Iran, ora.
Non dovremmo cercare il pretesto per l'attacco. Per ora, secondo l’IAEA [agenzia atomica internazionale], l'Iran sta collaborando e entro la fine dell’anno dovrebbe chiarire tutto ciò che sta facendo. Dunque, invece di cercare a tutti i costi uno scenario nel quale l’attacco sarebbe inevitabile, dovremmo valutare come comportarci verso soggetti pericolosi, come sono stati i cinesi, i sovietici e tanti altri. Non dobbiamo ricorrere alla guerra ogni santa volta che
c’è un confronto! L'Iran non è una minaccia per Israele. Israele ha 200 o 300 missili nucleari, sa prendersi cura di se stesso. Non bisogna dunque pensare ad una nuova guerra. Sicuramente, non dobbiamo farlo senza il consenso del Congresso.


Tradotto da Francesco con commenti in [ ] per chiarire certi aspetti.

Tratto
http://www.foxnews.com/story/0,2933,295886,00.html


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Dibattito televisivo del 06/07/2007


Moderatore: Presentiamo dunque i candidati. (...)
Ron Paul: Sono Ron Paul. Sono deputato del Texas al decimo mandato. Sono un paladino della Costituzione.
Moderatore: Deputato Ron Paul, gli Stati Uniti quanto tempo dovrebbero restare in Iraq?
Ron Paul: Prima torniamo meglio è. Se a settembre il governo dice che non ci sono miglioramenti, dobbiamo andarcene. È stato un errore andare, ed è un errore rimanere. Se fai una diagnosi sbagliata, devi cambiare la terapia. Le armi di distruzione di massa non c’erano, e siamo entrati sotto risoluzione ONU. La nostra sicurezza nazionale non era minacciata. Siamo più minacciati ora che ci restiamo.
Moderatore: Deputato Paul, vorrei la sua opinione. Se non sbaglio lei votò a favore della rete di protezione di 700 miglia lungo la frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti. È corretto?
Ron Paul: Sì
Moderatore: E il Canada? C’è bisogno di una simile rete lungo il confine tra il Canada e gli Stati Uniti?
Ron Paul: No, non è questione di rete. E' importante la legge sull'immigrazione, la sicurezza del confine è importante. Abbiamo anche parlato di amnistia, per i clandestini, ma io sono contrario. Una cosa non è stata citata, molto importante per me. Se agevoliamo un fenomeno, questo si espande. Se diamo la cittadinanza facile, per diritto di nascita negli USA, o tramite amnistia, si espande l’immigrazione illegale. Allo stesso tempo costringiamo i nostri stati e le comunità locali a pagare per la sanità e l’educazione degli immigrati clandestini. È ovvio che poi fanno venire la loro famiglia. Per le nostre condizioni economiche abbiamo bisogno di manodopera. Se avessimo veramente una economia di mercato libero, gli immigranti non sarebbero più maltrattati. Avremmo bisogno di loro, e sarebbero accolti adeguatamente, ma con l'attuale sistema sono ridotti in condizioni inaccettabili.
Moderatore: Deputato Paul, lei si candidò alla Presidenza come Libertario [indipendente dai due partiti maggiori nel 1988]. Cosa ne pensa dei rapporti tra Stato e Chiese, problema che torna alla ribalta?
Ron Paul: Beh, dobbiamo leggere il primo emendamento che dice “Il Congresso non deve formulare leggi.” [si riferisce alla sovranità dei singoli Stati dell'Unione] Dovremmo scrivere molte meno leggi al riguardo. Non il Presidente o il Congresso. Dovrebbero scriverle le popolazioni e gli amministratori locali. Lo Stato [centrale] non deve decidere troppe cose, non abbiamo proprio bisogno di altre leggi su questioni religiose o sulle preghiere a scuola. Devono farlo a livello locale. Questo dice la Costituzione. Non abbiamo bisogno di qualcuno a Washington che ci dice cosa possiamo fare o non, perchè non sanno tutto di ogni materia. E' un aspetto magnifico della nostra Costituzione e della nostra Repubblica: affrontiamo problemi complessi a livello locale, e non abbiamo un modello uniforme. Se invece c’è una sentenza della Corte Suprema come la “Roe vs Wade” [caso che legalizzò l’aborto a livello federale], compromette tutto. Perciò non dobbiamo avere certe scelte a livello centrale.
Moderatore: Nel 2005 Bush firmò una legge sull’energia che concesse alle compagnie petrolifere tagli di tasse per miliardi di dollari e altri aiuti, allo scopo di spingere l’economia interna, in un periodo di profitti record. Lei crede che queste compagnie abbiano davvero bisogno di una mano dal governo federale?
Ron Paul: Non penso che il problema siano i profitti. I profitti sono opportuni ammesso che vengano guadagnati legittimamente in un mercato libero. Io mi oppongo ai sussidi per le grandi multinazionali, come stiamo facendo, e gli paghiamo anche la ricerca! Non deve essere così. Dovrebbero investire coi loro utili. Comunque, non possiamo parlare di energia senza parlare della nostra politica estera. Perchè siamo in Medio Oriente? Tutti sanno che il petrolio è un aspetto molto importante del Medio Oriente, e il motivo della nostra presenza. Perchè il nostro governo aiutò la destituzione di Mossadeq [leader eletto
dell’Iran] nel 1953? Aveva a che fare con il petrolio. Dunque, la nostra politica estera è strutturata in modo tale da proteggere i nostri interessi petroliferi. Il problema non sono i profitti. Il problema è che cediamo alla tentazione di proteggere i nostri interessi petroliferi con la guerra.
Moderatore: Deputato Paul, una domanda per lei. La maggior parte dei nostri alleati più leali, inclusi Gran Bretagna ed Israele, consentono agli omosessuali e alle lesbiche di prestare servizio nell’esercito dichiarandosi apertamente. È ora di finire la pratica di “Don’t ask, don’t tell” e permettere agli omosessuali uomini e donne di lavorare come militari?
Ron Paul: Penso che l’attuale pratica sia dignitosa. Il problema ora è che alcune persone sostengono che i loro diritti derivano dalla loro appartenenza a certi gruppi. Ma ciascuno di noi, non ha diritti perchè è gay, donna, o minoranza. Riceviamo i nostri diritti dal nostro Creatore come individui. Ogni individuo dunque deve essere trattato nello stesso modo.
Se un comportamento omosessuale nell’esercito crea problemi, deve essere affrontato. Ma se comportamenti eterosessuali a loro volta diventano fonte di problemi, devono essere affrontati allo stesso modo. Non è dunque l’omosessualità il punto, ma la definizione e la comprensione dei diritti individuali. Una volta recepito questo, non dovremmo occuparci di altro.
Moderatore: Cynthia, lei vive a Merrimack, New Hampshire. La prego di porre la sua domanda e di alzarsi in piedi. Anche suo marito è con lei.
Cynthia: Si, Michael ha combattuto in Iraq. Abbiamo una domanda sul governo iracheno.
Tutto dicono di ritirare le truppe. Beh, considerando che gli iracheni hanno vissuto 30 anni di dittatura, come facciamo ad essere sicuri che abbiano un governo stabile prima di ritirarci, e che gli iracheni siano capaci di gestirsi? Sennò li mettiamo in una situazione dove potrebbero accettare un altro leader terrorista.
Ron Paul: Beh, ci siamo stati quattro anni e non ha funzionato. Il più grande incentivo che possiamo dare alle loro responsabilità, è la nostra partenza. Non dobbiamo perdere 100 uomini e donne al mese, più di 1000 all’anno. Se vuoi che comincino ad auto-gestirsi, dobbiamo incentivarli con qualche azione di rispetto: penso che dovremmo immediatamente cessare di pattugliare le strade: è un lavoro da poliziotto, non da militare. Non stiamo combattendo una battaglia militare. Siamo in un altro tipo di guerra ora. Prima ce ne rendiamo conto, prima riusciremo ad essere sicuri che non moriranno altri americani. Abbiamo tante cose buone in questo paese, e le dobbiamo promuovere, ma non attraverso l’uso della forza. Dobbiamo dare il il buon esempio, motivando la lor emulazione. Ma non si possono imporre i nostri buoni propositi con le armi, come vogliono i neocons [Wolfowitz, Rumsfeld, Bush, Cheney ecc.]. Non funziona. Woodrow Wilson voleva fare lo stesso, per promuovere la democrazia, tanto tempo fa. Non funziona, e dobbiamo ammetterlo.
Moderatore: Deputato Paul, qual è la questione morale più importante ora negli Stati Uniti?
Ron Paul: Secondo me è la recente accettazione di poter combattere “guerre preventive”. Non penso faccia parte della tradizione americana. Nel passato abbiamo sempre dichiarato guerra in difesa delle nostre libertà o per aiutare qualcuno, ma ora abbiamo accettato il principio di guerre preventive. Abbiamo rifiutato la teoria della guerra giusta della Cristianità. E ora, stasera, sentiamo dire [dagli altri candidati repubblicani] che non siamo neppure disposti a rinunciare all’opzione di un attacco nucleare preventivo contro un paese [l’Iran] che non ci ha fatto niente e non minaccia la nostra sicurezza nazionale.
Intendo dire che dobbiamo fare appello alla ragione sulla questione della guerra e della prevenzione, ritornando alle tradizioni e alla nostra Costituzione, e difendendo le nostre libertà ed i nostri diritti. Non penso che possiamo cambiare il mondo con la forza e le guerre.
Moderatore: La domanda è questa: qual è stato l’errore più grande del Presidente Bush negli ultimi anni?
Ron Paul: Il Presidente si fece eleggere appellandosi ad una politica estera senza pretese, senza nation-building, senza voler essere il poliziotto del mondo. Ha cambiato posizione, e ora siamo in guerra, le nostre operazioni all’estero per mantenere il nostro impero stanno ora arrivando a circa 1.000 miliardi di dollari! È lì che vanno i nostri soldi, ed è lì che bisogna smettere di spendere, per occuparci dell’educazione e delle cure mediche che sono necessarie in questo paese!


Tradotto da Francesco con commenti in [ ] per chiarire alcuni aspetti




Tratto da:
http://transcripts.cnn.com/TRANSCRIPTS/0706/05/se.01.html


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Dibattito televisivo del 3 Maggio 2007


Moderatore: In un sondaggio NBC-Wall Street Journal risulta che solo il 22% crede che questo paese stia andando bene. Deputato Paul, lei votò contro la guerra in Iraq. Perchè tutti i suoi colleghi del Partito Repubblicano hanno sbagliato?
Ron Paul: È un’ottima domanda. Potrebbe anche aggiungere: perchè il 70% degli Americani ci vogliono via dall'Iraq, e perchè i repubblicani sono andati così male alle elezioni l’anno scorso [perdendo la maggioranza in parlamento] ? Io suggerisco di dare un’occhiata alla nostra politca estera. Io sostengo fortemente che dobbiamo avere un politica estera di non-intervento, la politica estera tradizionale americana e repubblicana. Durante il ventesimo secolo il partito repubblicano ha beneficiato di una politica estera di non-intervento. Basti pensare all’elezione di Eisenhower per fermare la guerra in Corea. Basti pensare all’elezione di Nixon per fermare il caos in Vietnam. Come vincemmo le elezioni nel 2000? Parlammo di una politica estera moderata: niente nation-building [ricostruire o rimpiazzare governi stranieri], niente esibizioni da poliziotti del mondo. Questo significa essere conservatore, repubblicano, pro-americano: secondo le intenzioni dei padri Fondatori [Paine, Madison, Washington ecc.]. In più, ciò significa seguire la Costituzione. Ho cercato tanto una soluzione alternativa prima che entrassimo in guerra, dicevo “Dichiarate prima guerra, se volete combatterla. Andate in guerra, combattete e vincete, ma non fatelo per ragioni politiche o in difesa delle sanzioni ONU o facendo finta che gli iracheni siano una minaccia per la nostra sicurezza nazionale.”
Moderatore: Deputato Paul, un ascoltatore ha la seguente domanda: Se lei fosse Presidente, farebbe gradualmente scomparire la IRS [ufficio centrale per le imposte sul reddito] ?
Paul: Immediatamente. E lo si può solo fare cambiando idea sul ruolo del governo. Se pensate che il governo centrale debba prendersi cura di noi dalla nascita alla tomba, e se pensate che il nostro governo debba fare il poliziotto del mondo e spendere centinaia di miliardi di dollari per una politica che non siamo capaci di gestire, non riusciremo mai a far fuori l’IRS. D’altro canto, se vuoi tasse basse e vuoi che il governo smetta di stampare banconote, causare il deficit e generare tutta l’inflazione che la gente paga, devi cambiare politica.
Moderatore: Dunque, Dott. Paul, come costruirebbe una nuova leadership morale, dovendo concilare il conservatorismo dei repubblicani e quello dei libertari conservatori - alla Barry Goldwater - che lei rappresenta?
Paul: Beh, si costruisce chiarendo il ruolo del governo. Se lo scopo del governo è di essere il poliziotto del mondo, perdi la libertà. Se lo scopo è di promuovere la libertà, puoi unire tutte le correnti. Il messaggio di libertà ci unisce, non ci divide. Io credo che quando esageriamo nelle nostre aggressioni militari, indeboliamo la nostra difesa nazionale. Ce l'abbiamo fatta contro i sovietici che avevano 40.000 armi nucleari. Adesso ci agitiamo giorno e notte per nazioni del terzo mondo che non hanno un esercito, né una marina, né una forza aerea, e ci prepariamo alla guerra. Ma il principio, il principio morale, è quello della difesa della nostra libertà e di minimizzare l’estensione del governo.
Moderatore: Deputato Paul, Bob Hussay del Minnesota ci scrive che probabilmente la qualità più importante di un buon Presidente è di fare scelte buone ed intelligenti, spesso in situazioni di crisi. Per favore, citi un esempio nel quale lei dovette prendere una decisione durante una crisi.
Paul: Mi chiedo se si riferisca ad una decisione politica, come candidarsi alle elezioni... Direi che, essendo medico, ho preso molte decisioni critiche. Voglio dire, in continuazione devi prendere decisioni critiche, per salvare vite umane. Non riesco a ricordarmi un avvenimento particolare nel quale ho preso una decisione che abbia avuto un impatto su tante altre persone. Penso che comunque ogni decisione che prendiamo in politica sia critica. La mia scelta politica più importante, che fu una decisione costituzionale, fu di cercare di evitare la Guerra contro l’Iraq.
Moderatore: OK. Ora una tornata di “si” o “no”. Lei è a favore dei finanziamenti federali per la ricerca sulle cellule staminali?
Paul: Queste attività non sono permesse dalla Costituzione. La difficoltà per questi temi è che a Washington, o si vietano o si finanziano. Dovrebbero essere il mercato ad occuparsene, e gli stati singoli [non il governo federale].
Moderatore: OK. Cominciamo con qualcosa di piacevole, va bene? Voglio che ogni candidato ci racconti di una tassazione che eliminerebbe, aldilà dei tagli già effettuati da Bush.
Paul: Beh, nella prima settimana avrei già eliminato la tassazione federale sul reddito. Nella mia seconda settimana, eliminerei la tassa da inflazione. È una tassa di cui non parla nessuno. Viviamo aldilà delle nostre capacità, con una politica estera che non ci possiamo permettere, ed un sistema di sussidi sociali che abbiamo incoraggiato. Stampiamo banconote per questo sistema. Il valore del dollaro scende, e la gente povera paga prezzi più alti. È dunque una tassazione. È un trasferimento di benessere dalla classe povera e media ai finanzieri di Wall Street. Wall Street sta andando piuttosto bene, ma la tassa da inflazione sta sgretolando la classe media di questa nazione. Dobbiamo eliminare questa tassazione usando soldi sicuri [non soldi stampati senza controvalore reale].
Moderatore: Deputato Paul, Carrie dal Connecticut chiede se lei si fida dei grandi mass-media.
Paul: Di alcuni di loro. Direi che mi fido molto più di Internet, e confido nella libertà d’espressione. E quindi non dovremmo mai interferire su Internet. Questa è la ragione per la quale non ho mai votato restrizioni e controlli di Internet. Anche se c’è la tendenza a mettere cose tremende su Internet, le leggi su Internet devono essere fatte diversamente. Comunque, no, credo ci sia abbastanza libertà in questo paese, per credere nella libertà d’espressione. Questo è l’aspetto importante. Ritornando alla questione dei media, penso che uno debba distinguere. Alcuni sono più amichevoli, altri lo sono meno.
Moderatore: Lei è a favore di una carta d’identità nazionale?
Paul: Sono totalmente contrario alla carta d’indentità [nella forma molto invasiva che viene proposta]. È una contradizione totale dell'idea di società libera. Lo scopo del governo è di proteggere la privacy di tutti gli individui, non di proteggere la segretezza del governo. Non abbiamo bisogno di questa ID card.
Moderatore: I Clinton dovrebbero tornare alla Casa Bianca, specialmente il grande Bill?
Paul: Mi conoscono per l’adesione ai miei principi. Votai per l’impeachment [mozione di sfiducia al Presidente], quindi…
Moderatore: … Ogni Presidente venne eletto per correggere i danni causati dal suo predecessore. Naturalmente correggiamo continuamente in questo paese, questa è la democrazia. In cosa lei sarebbe diverso dal Presidente George W. Bush?
Paul: Sicuramente continuerei sul tema di cui parlavo prima, sul fatto che la politica estera debba cambiare. Un signore repubblicano, Robert Taft -abbiamo una sua statua in suo onore al parlamento- proponeva la stessa politica estera che vi propongo io. Lavorerei sodo per proteggere la privacy dei cittadini americani, sarei molto, molto cauto negli arresti senza mandato. Garantirei il diritto di habeas corpus. [garanzia del cittadino verso il sistema giudiziario].




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Tradotti da Francesco ed Andrea con commenti inseriti in [ ] per chiarire alcuni punti

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