domenica 14 ottobre 2007

Analisi: i numeri da capogiro della “Ron Paul campaign” 2008

Molti interventi sui grandi network americani sostengono che Ron Paul non riuscirà a vincere le elezioni, per una ragione o per l’altra. Sembrerebbe proprio così.

I sondaggi nazionali lo danno al 4-6% del voto repubblicano; in tv, durante dibattiti e interviste, è spesso aggredito dagli altri candidati, dai moderatori, dai giornalisti. I media non mettono in buona luce il crescendo della Ron Paul campaign.

Per il suo programma lo accusano di isolazionismo, di cedere ai ricatti dell’ “Islamofascismo” e di mille altre cose. Anche se personalmente non sono d’accordo con tutte le posizioni di Paul, la maggior parte di queste critiche hanno poca sostanza e sono inaccurate. Parleremo di questo a breve, ma lo scopo di questo articolo è di fare da contrappeso (basato sui fatti comunque) alla mattanza cui la campagna di Paul viene spesso ridotta, facendo invece luce su fattori che mostrano bene la percorribilità e il potenziale esito di questa campagna.
La versione originale di quest’articolo è stata scritta in Inglese nei primi giorni di ottobre: troverete dunque dati di quel periodo o antecedenti assieme e/o comparati a dati fino al 13 ottobre.


Fondi della campagna elettorale

Negli ultimi giorni del terzo trimestre, nella settimana tra il 24 ed il 30 di settembre, Paul ha raccolto più di $1.2 milioni da 14,000 donatori attraverso Internet, più dei Democratici all’infuori di Obama e Clinton, e più della maggior parte dei Repubblicani. In tre trimestri, la Paul campaign ha raccolto più di $3 milioni su Internet, netto e continuo miglioramento dal primo trimestre, nel quale raccolse $641.000, e sul secondo, nel quale raccolse $2.4 milioni. L'incasso totale, Internet e non, ora ammonta a $5.3 milioni e, lo staff molto oculato ha finora speso pochissimo (al contrario di quasi tutti gli altri candidati che hanno speso più della metà delle entrate).


Traffico Internet
Il sito Hitwise, che monitora il traffico su Internet negli Stati Uniti, contiene una sezione dedicata alla corsa presidenziale. A parte il lancio di Ron come Candidato del Mese di settembre, e il conseguente (breve) riconoscimento alla diffusione popolare della sua campagna, ci sono molte statistiche su cui vale la pena soffermarci. Prima di tutto, nella sezione intitolata “Top Republican Candidate 2008 Websites” dove illustrano i trend dei siti elettorali ufficiali, per la settimana del 15 al 22 settembre Ron Paul era in testa con il 29,52%, Thompson secondo a 26,21%, e tutti e due nettamente al di sopra degli altri (es. Romney 6.99% e Giuliani 9.08%).
I dati dal 30 settembre al 6 ottobre vedono Paul in netta pole position con il 37.3%, Thompson secondo al 17.4%. Romney e Giuliani, confezionati dai media come candidati top, segnano il 10.34% ed il 5.45% rispettivamente.

Un’altra sezione, “Top 10 Presidential Candidate 2008 Search Terms”, mostra i termini di ricerca più usati rispetto a tutti i candidati (Internet solo USA) tra il 22 agosto e 22 settembre. Sommando le percentuali delle voci “Ron Paul” e “Ron Paul 2008” il totale è del 9.44%: è di nuovo primo posto. Thompson ancora secondo al 7.79% mentre Biden, un Democratico, è al 5.03%. È interessante notare che nè Giuliani nè McCain sono tra i primi dieci: la loro percentuale deve per forza essere meno del minimo di tabella, cioè l'1.59%.
Nel periodo 6 settembre - 6 ottobre, sommando ancora i due termini di ricerca riguardanti Paul, si arriva al 10.09%. La Clinton, democratica, sommando “hillary clinton” a “hilary clinton” [la prima versione è quella corretta, ma anche l'altra è molto usata!] dà un 6.69%, mentre Thompson arriva terzo a 5.48%, Giuliani è decimo a 1.73%. McCain e Romney sono fuori dai primi dieci.

Uno dei “fattori Internet” che spingono molto la popolarità di Paul, totalmente autonomo dalla campagna ufficiale, è il sito MeetUp, creato per facilitare l’incontro faccia a faccia di persone con lo stesso passatempo o interesse, in una determinata area del mondo. I membri MeetUp per i candidati alla Presidenza USA discutono, promuovono azione politica senza collegamento alle campagne ufficiali dei candidati, e così amplificano e diversificano il messaggio del loro candidato. Al 2 ottobre, per Ron Paul c’erano circa 50.000 membri in tutto il mondo, divisi in 950 gruppi sparsi per una ventina di paesi (incluso l’Iraq). Il 13 Ottobre diventano oltre 54.000 in 1010 gruppi in 22 paesi.
Mettendo a confronto il sostegno MeetUp di Paul con quello di altri candidati “top” di ambedue i partiti, si notano Obama con circa 5.500 membri e 62 gruppi in 3 paesi; Clinton senza membri; Thompson con 226 membri in 9 gruppi, tutti negli Stati Uniti; Giuliani 6 membri in un gruppo negli USA; Romney 13 in due gruppi USA; McCain 120 in 4 gruppi USA. E' notevole l’entusiasmo per il messaggio di Ron Paul.

YouTube, il sito di videosharing numero uno al mondo, il 2 ottobre forniva più di 31.000 video per Paul ed il suo canale YouTube (RonPaul2008dotcom), con circa 29.500 iscritti e 4.4 milioni di clic, era primo in classifica. Il sito TechPresident, che tiene d’occhio la performance su internet di ogni candidato, il 13 ottobre rileva Paul a quota 4.53 milioni di clic, circa 32.000 iscritti e 36.700 video. Obama è secondo con 3.67 milioni di clic, 11.500 iscritti e 6.700 video. Edwards, terzo a 2.67 milioni di clic, 4.200 iscritti e 5.500 video. Il primo repubblicano dopo Paul è Romney, con 2.35 milioni di clic, 2.700 video e 3.100 iscritti.
Perchè è vitale la questione YouTube nella campagna elettorale? Ci sono un paio di ragioni chiave. Prima di tutto, ci troviamo video creati non solo da professionisti, e dagli staff elettorali, ma soprattutto dai molti utenti giornalieri (Youtube è tra i primi 5 siti per numero di visite nel mondo). Per i candidati alla presidenza si trovano un mix di interviste radio TV, frammenti dei dibattiti, messaggi delle campagne ufficiali, e tante altre cose serie e meno serie. Stracolmo di informazione e discussioni, YouTube è la prova lampante di come si possa venire a sapere molto di più, aggirando il controllo dei media tradizionali ed il loro spettro di discussione limitato. La gente, insoddisfatta, accorre su YouTube, che si è prestato anche come forum per i dibattiti presidenziali (i telespettatori potevano inviare domande tramite un loro video) amplificando il nesso tra la potenza dei nuovi media e l' interesse rinvigorito nei confronti della politica USA.
Infine, la pagina principale di YouTube ha un link verso una sezione interamente dedicata alle elezioni presidenziali. Anche se la maggioranza degli utenti non cerca informazioni politiche, è comunque esposta alla presenza di questo mini-sito di YouTube.

Wikipedia è pieno di informazioni sulle presidenziali. Come si sa, è un’enciclopedia che nella maggior parte delle sue sezioni consente agli utenti di aggiornare le informazioni. Alle scorse elezioni nel 2004, il sito era ancora nella sua infanzia. A luglio 2003, l’enciclopedia registrava meno di 500.000 utenti USA, contro un incredibile 41 milioni nello stesso mese del 2007, cioè un utente internet su quattro negli USA. Wikipedia è ora il dodicesimo sito più popolare al mondo ed è molto probabile che, insieme a YouTube, MeetUp & co, svolgerà un ruolo essenziale nell’informare il pubblico sui candidati. Usando le tabelle fornite dal sito Compete, che analizza il web in termini di traffico ed utenti (simile dunque ad Hitwise), abbiamo altri risultati impressionanti sull’uso di Wikipedia. Sfortunatamente, per ora le statistiche arrivano al mese di luglio. Dopo qualche mese, almeno i numeri sotto la voce (a) dovrebbero essere più alti.
Ecco una suddivisione di dati in quattro categorie fornita da Wikipedia:
– il numero di utenti singoli che hanno visitato la pagina Wikipedia del candidato: (a)
– il tempo medio passato a leggere la pagina: (b)
– la percentuale dedicata al candidato da tutti gli utenti Wikipedia: (c)
– la percentuale di quanti, avendo letto la pagina, hanno visitato il sito del candidato:(d)
Ron Paul 30.960a, 10.22b, 22%c, 42%d;
Mike Gravel 10.505a, 8.83b, 6%c, 45%d;
Barack Obama 41.007a, 7.06b, 20%c, 14%d;
Dennis Kucinich 12.431a, 6.94b, 6%c, 25%d;
Fred Thompson 24.160a, 5.50b, 9%c, 19%d;
Nuovamente, Paul è in testa, soprattutto in confronto agli altri Repubblicani. L’unico di loro tra i primi cinque è Thompson. Sorprendentemente, i dati di Clinton, Edwards, Giuliani e Romney sono piuttosto bassi.

Infine, vediamo spazi popolarissimi come MySpace, Technorati e Facebook dove Paul segna risultati al top. Sicuramente ci sono tanti siti che sfuggono alla mia attenzione. Comunque, generalmente, si può concludere che combinando i vari risultati Internet di Paul, il suo impatto non passerà inosservato per sempre.


Straw polls
Sono piccole votazioni non ufficiali, solitamente si tengono durante feste ed eventi del partito Repubblicano nei vari stati e in sedi locali, per misurare la popolarità dei candidati sul momento. Sul sito ufficiale Ron Paul 2008 si trova una tabella con tutti i risultati. Fino al 30 settembre erano forniti i risultati di 29 straw polls. Sul totale, Paul risultava mediamente nella posizione 2.31 con una media dei voti a suo favore del 29.97 %. Questo gli ha procurato 13 vittorie, 5 secondi posti e 5 terzi posti. Notando che i risultati miglioravano cronologicamente, ho ricalcolato i totali dei mesi di luglio, agosto e settembre per poterli comparare. Il risultato potrebbe fornire una proiezione per il mese di ottobre cosi come un’idea della popolarità del messaggio di Paul “offline”. Luglio, con solo 4 sondaggi, da un risultato medio del 2.25 ed una media del 28.05% dei voti. Agosto, con 14 sondaggi, un 2.5 e 30.42% in media. Settembre, con 10 sondaggi, un 1.9 e
34.51%.
Concludendo, si può verificare un miglioramento progressivo di risultati già buoni, soprattutto se si considera che Paul riceve pochissima attenzione dai grossi media. Dopo il 13 settembre, la sua posizione è ulteriormente migliorata grazie ad oramai 16 vittorie su 33 straw poll (3 nuove vittorie ed un nuovo quarto posto).


I grandi media
Ron Paul sembra tenere la cresta dell’ondata che sale dai suoi tantissimi attivisti, ed inizia a infrangere lo scoglio del silenzio sui grandi media americani. Fino ad ora, spazio quasi solo ai vari Giuliani, Thompson, McCain, Romney, Obama, Clinton, Edwards. Largamente ignorati altri 12 candidati. A Ron Paul si aprono lentamente i varchi: solo dagli inizi di ottobre cominciano ad apparire interviste su Fox, C-Span, MSNBC, CNBC ed articoli su Economist, Washington Post, USA Daily, Times, Boston Globe, Baltimore Sun.
Sorprende che la maggior parte di interviste ed articoli siano piuttosto corretti, si dà spazio alle idee di Ron, senza screditarlo personalmente o dandolo come spacciato politicamente, ignorando il messaggio della sua campagna. A fine settembre era ancora tutt'altra musica…


Gallup poll
Un sondaggio dell’istituto Gallup, a luglio mostra che il 58% dei cittadini crede che i due partiti americani siano talmente inadeguati che servirebbe un terzo partito. Cosa significa esattamente? Forse la stessa cosa che cercavano di comunicare nell’autunno del 2006 eleggendo un Congresso a grande maggioranza democratica: “Via dall’Iraq!”. Combinando questi fattori con la bassissima popolarità dell’attuale Presidente, ed ormai anche del nuovo Congresso incapace di fermare la guerra, sembra che la maggior parte del popolo sia pronta per una trasformazione fuori dalla norma per cercare di salvare ciò che è rimasto della Repubblica degli Stati Uniti.


Conclusione
Quante scelte basate sulla paura o sul criterio del male minore hanno avuto conseguenze negative, specie in confronto alle scelte fatte con tutto il nostro cuore e che ci hanno dato speranza? Una breve riflessione personale dovrebbe portare una risposta facile a questa domanda. Non è necessario rattristarsi!
Gli “esperti” dicono che è impossibile che Ron Paul vinca la nomination del partito, figuriamoci la Presidenza. Gli esperti dissero che il mondo era piatto. Gli esperti ritennero impossibile separare gli atomi. Gli esperti erano convinti che l’uomo non avrebbe mai volato. Per fortuna in ogni epoca storica prima o poi è arrivato qualcuno a mettere in discussione i pareri dei cosiddetti esperti.
Coloro che hanno scelto di dubitare apertamente, nel corso della storia sono spesso stati chiamati pazzi, traditori, cospirazionisti, senza fegato, farabutti ed altro. Spesso solo dopo un processo lungo e doloroso le loro opinioni sono state debitamente riconosciute. A volte troppo tardi. Lo capì magistralmente il filosofo tedesco Schopenhauer quando disse:

“Tutte le verità attraversano tre fasi:
Prima vengono ridicolizzate;
Poi vengono violentemente opposte;
Infine vengono accettate come ovvie.”

Perchè Ron abbia un’opportunità seria verso la Presidenza deve arrivare alla terza fase descritta da Schopenhauer prima delle primarie, a dicembre. Ora la campagna sembra aver decisamente lasciato la prima fase per essere “accolta” nella seconda. E' solo questione di poco tempo arrivare alla terza... Credo sinceramente che ce la farà. Esiste, si percepisce, una visione di speranza, di libertà, di pace, di responsabilità e di maturità: una visione impersonata da quel signore squisitamente sensato, dolce, razionale, tranquillo, intelligente, visionario e saggio che è Ron Paul.




Scritto da Francesco
Tradotto da Francesco e Andrea

L’autore può essere raggiunto su maranelloboy(at)gmail.com per qualsiasi commento,
cosi come su YouTube

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